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Tiziana GhiglioniGiancarlo Schiaffini Duo a Dozza

Courtesy Mario Sabbatani
Teatro Comunale
Dozza (BO)
6.3.2022
Il delizioso borgo di Dozza, sulle colline imolesi, ha ospitato il terzo appuntamento della ventitreesima edizione di CrossroadsJazz e altro in Emilia Romagna, che si è aperta due giorni prima a Casalgrande (RE) con

Francesco Bearzatti
saxophone, tenor
Tony Scott
clarinet1921 - 2007
In una delle serate più fredde di questo mite inverno, sotto le rustiche capriate del Teatro Comunale, uno degli spazi di spettacolo più anomali e intimi dell'intero territorio nazionale, si è rinnovato il sodalizio fra

Tiziana Ghiglioni
vocals
Giancarlo Schiaffini
trombone
Joëlle Léandre
bassb.1951
Si potrebbe suddividere il repertorio proposto a Dozza in tre sezioni fra loro intrecciate: gli standard, le composizioni di Schiaffini e i brani di

Cole Porter
composer / conductor1891 - 1964

Duke Ellington
piano1899 - 1974

J.J. Johnson
trombone1924 - 2001
Ancor più inventivi e sorprendenti si sono rivelati gli original del trombonista, fra i quali è il caso di ricordare soprattutto "Le cinque note," in cui, partendo dal riferimento alla scala pentatonica cinese, un'armonia dapprima evocativa e sospesa si è sviluppata verso accenti dalla corporeità relativamente più aspra, e "Chirullimaconi" che parte dal testo strampalato tratto da una cartolina postale di Fortunato Depero (i futuristi non sono forse stati i primi inventori della mail art?), pretesto per avviare uno scat ironico e forbito, un intreccio scanzonato fra le voci complementari e spericolate della cantante e del trombone.
Tutta la performance in definitiva si è retta sul collaudatissimo interplay messo a punto dai due artisti in decenni di esperienza. Ghiglioni ha espresso la sua vocalità, fatta di sottintesi, di enigmatici intimismi, di sussurri, ma anche d'imprevedibili impennate, di ripiegamenti poetici, di alterazioni bizzarre, oltre che sorretta da un timing esemplare. Il trombone di Schiaffini dal canto suo ha esposto una pronuncia sempre controllata e ricca di inflessioni, includendo raramente nuclei dall'espressività declamatoria e grassa, ricorrendo più spesso a rigorose idee riesumate dall'esperienza d'avanguardia o a frasi tornite in evoluzioni insinuanti. Ma la componente più funzionale ed efficace, la peculiarità qualificante è consistita nell'uso di basi preregistrate su nastro magnetico, elaborate dallo stesso Schiaffini ricorrendo a soluzioni ritmiche e sonore sempre diverse; quasi in tutti i brani questo espediente ha costituito il collante di sottofondo, l'indispensabile impianto compositivo, la griglia strutturale su cui erigere ogni interpretazione.
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