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Umbria Jazz 2016

Perugia, varie sedi
8-17.07.2016
Sul numero di maggio di Downbeat vengono riportati in sintesi i calendari dei più importanti jazz festival estivi dell'intero globo. ? facile constatare che i programmi degli appuntamenti europei di maggior richiamo sono spesso analoghi a quello di Umbria Jazz, basandosi su una serie di protagonisti ricorrenti:

Diana Krall
piano and vocalsb.1964

Pat Metheny
guitarb.1954

Ron Carter
bassb.1937

Buddy Guy
guitar, electricb.1936

Chick Corea
piano1941 - 2021

Kamasi Washington
saxophoneb.1981
Eppure (capisco che possa sembrare incredibile) ci sono dirigenti della Radio RAI convinti che, dopo le prime serate in cui si sono esibiti Massimo Ranieri e Mika, Umbria Jazz 2016 sia da considerare un festival di nicchia! Evidentemente per costoro è di nicchia qualsiasi avvenimento di spettacolo che non sia la Notte della Taranta, il Festival di Sanremo o il tour di un redivivo

Bob Dylan
guitar and vocalsb.1941
La ovvia verità è che Umbria Jazz è un festival imponente e onnivoro, che fra gli appuntamenti a pagamento e quelli gratuiti nel centro storico si rivolge a un pubblico vasto ed eterogeneo, non solo ai fan del jazz. E non può essere altrimenti fin tanto che gli organizzatori devono fare i conti con la capienza dell'Arena Santa Giuliana, spazio che sembra quasi vuoto se ci sono duemila persone. Ecco allora come si giustifica l'invito di Mika, che ha registrato circa seimila paganti con un costo dei biglietti oscillante fra i 33 e i 77 euro.
Fra i molti artisti "residenti," che hanno avuto l'opportunità di esibirsi in vari contesti, ha spiccato il giovanissimo

Joey Alexander
pianob.2003
Non si può negare che a tredici anni appena compiuti, nato a Bali e trasferitosi a New York un anno fa con i genitori, il pianista sia un vero fenomeno. La sua tecnica, sorprendente per maturità e raffinatezza di mezzi, riesce a rigenerare con autorevolezza, verve e buon gusto molti modelli pianistici del passato: da Tatum a Mehldau, da

Hampton Hawes
piano1928 - 1977

Gonzalo Rubalcaba
pianob.1963

Ulysses Owens, Jr.
drumsb.1982
La serie dei concerti dedicati agli artisti della Tuk Music si è tenuta a mezzogiorno nella sala Podiani della Galleria Nazionale dell'Umbria, la cui acustica risulta un po' troppo risonante quando interviene un'amplificazione inopportuna.
Su un repertorio variegato, comprendente standard, original e temi da colonne sonore, il rodato duo
Raffaele Casarano
saxophone
Marco Bardoscia
bass, electricNel concerto conclusivo del ciclo ad essi si è aggiunto Dino Rubino al piano, dando origine ad una performance dai forti colori, oscillante fra l'estremo di un melodismo sospeso e incantato e quello di un dinamismo concitato, quasi rumoristico.
Buoni momenti sono venuti anche dal movimentato incontro pianistico fra
Mirko Signorile
pianoIl sodalizio fra Signorile e Casarano è invece corroborato da anni d'esperienza. I tre temi del sassofonista hanno esposto un senso narrativo disteso e concatenato, dalle suggestive linee melodiche; i tre del pianista si sono retti su andamenti più estrosi, variati da dirottamenti dinamici e timbrici, senza perdere il gusto melodico.
Ancora pianisti. Il progetto Tre pianoforti per l'Aquila, concepito come iniziativa di solidarietà alla città colpita dal sisma e formato da

Giovanni Guidi
piano
Claudio Filippini
pianob.1982
Se un duo pianistico è già problematico e insolito, tanto più lo è l'incontro fra tre pianisti. Nel concerto pomeridiano al Teatro Pavone i temi melodici, ben noti e sempre distinguibili, hanno subito trattamenti diversi dall'uso contemporaneo delle tre tastiere. Spesso si è assistito a un proliferare di arpeggi, a un ampliamento degli impasti armonici, che hanno comportato la stratificazione di enfasi e ridondanze. A volte si è materializzata invece un'improvvisazione avventurosa, ricca di sorprese e citazioni, altalenante fra toni turbolenti e percussivi ed altri più diafani e sospesi. Giustamente rari invece gli spunti in solitudine. Nell'occasione i tre giovani pianisti hanno saputo ascoltarsi, sollecitarsi e compenetrarsi, ottenendo momenti d'intensa coesione.
Ma a Umbria jazz ci si va anche per ascoltare o riascoltare maestri del passato, icone di vari generi musicali, per verificare il loro stato di forma, ricevendone nuovi brividi, anche se scontati, o al contrario cocenti delusioni. Non ha deluso Buddy Guy: il quasi ottantenne protagonista del blues elettrico ha dimostrato di essere ancora dinamico e motivato. Contornate da fidi compagni, fra i quali l'emergente chitarrista diciassettenne Quinn Sullivan come ospite, le corde incandescenti della sua chitarra e le modulazioni della sua voce, ora carezzevoli ora al vetriolo, hanno messo in campo un campionario di trucchi del mestiere: sussurri e grida, soste e impennate, frasi insinuanti e masse elettriche... Ne è risultata una comunicativa spettacolare e rituale, sorretta però dalla primigenia autenticità del linguaggio nero-americano.
Altrettanto professionale, ma ancor più strampalata, colorata e carica di ritmo si è rivelata la Funk Night, in cui si sono succeduti

Cory Henry
keyboardsb.1987

George Clinton
vocalsAll'Arena Santa Giuliana non sono mancate serate di jazz più o meno autentico. Nato circa un anno fa, quello fra Pat Metheny e Ron Carter si qualifica come l'incontro fra due protagonisti diversi fra loro per generazione, scuola e personalità. Per l'occasione il chitarrista ha prosciugato enormemente il suo linguaggio, condensando i tempi dei suoi sviluppi solistici, pur rimanendo la sua estetica orientata verso il tutto pieno e affermativo con un fraseggio continuo e fiorito. Dal canto loro il respiro del contrabbassista, più essenziale e spaziato, il suo personale senso dello swing, la morbidezza del suo sound hanno dato la versione più tornita di sé. Il misurato equilibrio dei due comprimari e il loro rispetto reciproco hanno donato un set di sicura eleganza e raffinatezza.
Dopo l'intervallo, il concerto dell'

Enrico Rava
trumpetb.1939
Già a livello visivo l'ensemble di

Kamasi Washington
saxophoneb.1981

Sun Ra
piano1914 - 1993

John Coltrane
saxophone1926 - 1967

McCoy Tyner
piano1938 - 2020
Ed eccoci al plateale supertrio in tour per il mondo. Le tastiere di

Brad Mehldau
pianob.1970

John Scofield
guitarb.1951

Mark Guiliana
drumsCome da copione sono apparsi anche altri tre quotati gruppi americani, nel senso che le loro apparizioni non hanno certo deluso, ma non hanno nemmeno portato messaggi particolarmente innovativi ed esaltanti.
Il nuovo progetto Afrodeezia di

Marcus Miller
bassb.1959
Dalla

Steps Ahead
band / ensemble / orchestrab.1979

Mike Mainieri
vibraphoneb.1938

Donny McCaslin
saxophone, tenorb.1966

Eliane Elias
piano and vocalsb.1960

Billy Kilson
drumsb.1962
Decisamente un gradino al di sopra, per le strutture tematiche, il tonico interplay complessivo e gli interventi dei singoli, è risultato il concerto del quartetto di

Branford Marsalis
saxophoneb.1960

Joey Calderazzo
pianob.1965

Eric Revis
bassb.1967

Justin Faulkner
drums
Kurt Elling
vocalsb.1967
Torniamo agli italiani, la cui presenza ha probabilmente eguagliato per quantità e qualità quella degli americani, proponendo anzi un maggior grado di attualità e progettualità.
Il quintetto Cosmic Renaissance di

Gianluca Petrella
tromboneb.1975

Rob Mazurek
trumpetb.1965
Per finire è il caso di puntare l'attenzione su due progetti italiani mirati e anomali: alla sua prima uscita quello basato sul recupero del "Laudario da Cortona," raccolta manoscritta di canti devozionali in volgare della seconda metà del Duecento. Oltre alla lauda d'apertura "Altissima luce," che dava anche il titolo a tutto il progetto, una quindicina delle quarantasei monodie originali sono state selezionate e arrangiate da

Paolo Fresu
trumpetb.1961

Daniele di Bonaventura
bandoneonb.1966

Michele Rabbia
percussionIl carattere ieratico e melodico dei canti medievali lo si è avvertito maggiormente quando l'interpretazione è stata affidata solo alle voci del duo Fresu -di Bonaventura e perfino all'assolo archettato di Bardoscia con la sonorità riverberata dall'elettronica. Diversamente, questo spirito lo si è perso, trasformandosi in suggestioni di altro genere, quanto più si è ampliata la formazione. Assai intensi gli spunti del quartetto jazz con soluzioni ora misurate e dialoganti, ora orientate verso un incedere giullaresco, accentuando la componente ritmica e includendo pregevoli interventi personali. Per forza di cose dal riferimento medievale ci si è discostati ulteriormente quando si è aggiunta l'orchestra, dando luogo a risultati più cameristici, a tratti quasi postmoderni.
In definitiva si è assistito a un'impresa non facile di rivisitazione di un lontano periodo della cultura musicale: operazione portata a termine con successo grazie a una palpabile concentrazione e motivazione da parte di tutti gli interpreti.
Decisamente riuscita anche l'idea di

Mauro Ottolini
sousaphoneb.1972
Foto
Roberto Cifarelli.
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Mauro Ottolini
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Mirko Signorile
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Cory Henry
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Enrico Rava
Sun Ra
John Coltrane
Roland Kirk
McCoy Tyner
brad mehldau
John Scofield
Mark Guiliana
Marcus Miller
Steps Ahead
Mike Mainieri
Donny McCaslin
Eliane Elias
Billy Kilson
Branford Marsalis
Joey Calderazzo
Eric Revis
Justin Faulkner
Kurt Elling
Gianluca Petrella
Rob Mazurek
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