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Visual & Visionary Jazz a Vicenza

Vari luoghi
14-16.05.2014
La recensione di tre serate di Vicenza Jazz 2014, durato dal 9 al 17 maggio, può essere sufficiente per individuarne la filosofia. Sotto il titolo "Visual & Visionary JazzSull'Arka di Sun Ra, tra vecchie e nuove avanguardie," che ha funzionato come pretesto, come indirizzo indicativo, la programmazione ha incluso proposte diversificate con la consapevolezza che è la molteplicità di espressioni a rappresentare il jazz attuale come linguaggio globalizzato.
Dopo un periodo in cui organizzatori di festival e concerti sembravano essersi dimenticati di Antonello Salis, in questa primavera, per sua e nostra fortuna, il nome del pianista sardo è ricomparso in molte manifestazioni importanti, anche in collaborazioni inedite. ? il caso del dialogo intrecciato a Vicenza con l'ottantenne poeta americano Jack Hirschman, che a cominciare dagli anni Sessanta si è messo in evidenza per la varietà e la radicalità della sua attività artistica. La recitazione di suoi versi, in parte tratti dalla serie di opere denominate "Arcanes," l'ultima delle quali dedicata alla memoria dello scomparso

Amiri Baraka
vocals1934 - 2014
Salis, che a volte in passato ha peccato di debordante protagonismo, in questa occasione si è attenuto alla funzione di accompagnatore, per quanto anomalo e propositivo, tessendo accordi, effetti, suggestioni senza sviluppare idee melodico-ritmiche particolarmente marcate. Solo nel finale, alla fisarmonica, e nel bis solitario, al piano, ha affrontato temi già noti, di più spiccato carattere narrativo. Nella seconda parte della serata Salis ha poi avuto modo di riproporsi, accogliendo al volo l'occasione, propiziata dal direttore artistico Riccardo Brazzale, di unirsi al duo

Uri Caine
pianob.1956

Han Bennink
drumsb.1942
Sembra che dopo il festival di Bergamo 2013 sia stata questa la seconda apparizione italiana del duo Sonic Boom. Se a Saalfelden Jazz 2013 Caine e Bennink esaltarono il pubblico imbastendo un set di sfrenata verve e inventiva, al Teatro Olimpico di Vicenza hanno iniziato il concerto in modo più pacato. Nel secondo brano in particolare, un blues protratto troppo a lungo, i due hanno dimostrato tutta la classicità dei propri modelli, soprattutto il batterista olandese che più che mai ha ricordato esplicitamente i maestri dell'era Swing.
L'ingresso in scena di Salis con la fisarmonica ha fatto sì che le cose prendessero una piega diversa: l'improvvisazione assoluta e paritaria fra tre mattatori del loro calibro ha portato a idee grottesche, eccessive e surreali, creando situazioni sempre diverse, innescando un crescendo di tensione tangibile e incatenante, da lasciare col fiato sospeso.
Dopo questa mezz'ora al calor bianco, Salis non ha avuto la misura e il buon senso di non ripresentarsi in scena per i bis, lasciando l'onore e il dovuto spazio al duo. Il risultato è stato che Caine e Bennink hanno preso ad interpretare un distaccato e classico "Honeysuckle Rose" mettendo da parte l'ospite. Il concerto si è concluso con un secondo bis a carico del Sonic Boom: un breve, delicato e sognante "Bewitched" con il batterista impegnato a inserire solo qualche effetto eccentrico.
A questa serata anomala e imprevedibile ha fatto seguito quella del 15 maggio tutta all'insegna del jazz nero-americano saldamente radicato nella tradizione più gloriosa, mettendo a confronto, al Teatro Comunale, il quartetto di

Ravi Coltrane
saxophone, tenorb.1965

Kenny Garrett
saxophone, altob.1960
Spesso in passato si è scritto che Ravi non si rifaceva, e giustamente, al troppo ingombrante modello paterno. Al contrario nel primo brano del concerto vicentino, una rivisitazione del coltraniano "Satellite," la sua sonorità, il fraseggio dagli ampi intervalli, lo sviluppo dinamico hanno ricordato molto la ricerca spericolata del Trane di fine anni Cinquanta. Altrettanto innegabile è che la conduzione ritmica dei tre partner (i bravi

David Virelles
pianob.1983

Dezron Douglas
bass
Johnathan Blake
drumsIl concerto è poi proseguito con l'interpretazione di original e di due temi di

Charlie Parker
saxophone, alto1920 - 1955

Charlie Haden
bass, acoustic1937 - 2014
Anche il quintetto del cinquantatreenne Kenny Garrett, completato dal pianista

Vernell Brown Jr.
pianob.1971

Corcoran Holt
bass
McClenty Hunter
drumsRudy Bird
percussion
John Coltrane
saxophone1926 - 1967
Ancora diversa dalle precedenti, la penultima serata del festival ha visto una qualificata presenza femminile in due gruppi che hanno rappresentato contrapposte esperienze della contemporaneità. Il quartetto paritario formato recentemente da

Taylor Ho Bynum
cornetb.1975

Mary Halvorson
guitar
Benoit Delbecq
piano
Tomas Fujiwara
drumsSi tratta di un approccio che procede per sottrazione, evitando gli automatismi e l'accumulo eccesivo di materiale, controllando con cura e all'istante gli andamenti dinamici e timbrici; un approccio che genera una percezione sensoriale in grado di sollecitare in pari misura sia il cervello che il cuore dell'ascoltatore. Come per altre esperienze americane attuali, potremmo parlare di una visione estetica neo-cool; non è un caso se fra coloro che hanno esplicitamente influenzato gli improvvisatori trentenni di questa area spicca il nome di

Anthony Braxton
woodwindsb.1945

Paul Desmond
saxophone, alto1924 - 1977

Lennie Tristano
piano1919 - 1978
La tedesca

Barbara Dennerlein
organ, Hammond B3b.1964

Romero
pianoRodrigo Rodriguez
fluteb.1978
Quella partecipazione che è mancata nella performance del trio della Dennerlein la si è ritrovata ad ampie dosi nel concerto di mezzanotte, decentrato nella villa settecentesca Ghislanzoni Curti in piena campagna. Il

Rob Mazurek
trumpetb.1965

Don Cherry
trumpet1936 - 1995

Sun Ra
piano1914 - 1993
Foto
Francesco Dalla Pozza.
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