Home » Articoli » Album Review » Jason Stein: Anchors
Jason Stein: Anchors
ByEric Dolphy
woodwinds1928 - 1964

Michel Portal
clarinet, bassb.1935

John Surman
saxophoneb.1944

Vinny Golia
woodwindsb.1946

Marty Ehrlich
woodwindsb.1955

Don Byron
clarinetb.1958

Jason Stein
clarinet, bassb.1976

Steve Lacy
saxophone, soprano1934 - 2004
Pur essendo attivo in una quantità di formazioni, in particolare sulla scena di Chicago, con la presenza in una copiosa serie di incisioni sia come leader che in significative complicità, Stein non firmava un progetto completamente a proprio nome da qualche anno, al momento di questo Anchors, registrato nel 2022 e pubblicato nel settembre del 2024, tuttora degno di attenzione e di segnalazione.
Nelle sue precedenti avventure abbiamo apprezzato la propensione a spaziare con facilità da uno stile all'altro, approdando spesso nei suoi lavori allo sperimentalismo sobrio, ricco di contrappunti (spesso con il sax tenore di

Keefe Jackson
saxophone
Lennie Tristano
piano1919 - 1978

Jimmy Giuffre
clarinet1921 - 2008

Ivo Perelman
saxophone, tenorb.1961

Damon Smith
bass, acousticb.1972

Adam Shead
drumsb.1993

Marilyn Crispell
pianob.1947
Questo CD rappresenta una vera perla, aggiunta alla collana. Vi si respira una coerenza e una focalizzazione profonde, scaturite dalla motivazione descritta nelle note di copertina, dove si narra il collegamento tra attività musicale e discipline legate alla salute, nella via tracciata dal grande

Milford Graves
drums1940 - 2021

Joshua Abrams
bass, acoustic
Gerald Cleaver
drumsb.1963
Con il primo, Stein ha maturato una tenace frequentazione, sfociata nel 2017 nel gruppo a organico variabile Natural Information Society, che persegue itinerari non dissimili (nello spirito) da quello di Anchors, attraverso una musica che fonde tessiture iterative, fitto interplay e intenzioni terapeutiche. Tra le pubblicazioni di tale organico, si apprezza particolarmente Descension, del 2019, con la presenza del sax soprano di

Evan Parker
saxophone, sopranob.1944
Introdotto e concluso come in una cornice dal pezzo eponimo, "Anchor," una riflessione che abbina al clarinetto basso del leader la chitarra di Boon, il lavoro si inoltra in una serie di brani che si configurano come tessere di un unico mosaico. La melodia di "Boon" (anche produttore di questo lavoro), esposta dal clarinetto basso sui registri acuti, lascia un'impronta nella mente che resta viva in tutto lo svolgimento del CD. Già qui si avverte la sintonia dei tre protagonisti, nel tessere una fitta ragnatela di rimandi e richiami.
Il modo in cui Stein modella la forma della frase in "Boon" sembra comunicare nel contempo un senso di mistero e una chiarezza trasparente. Può essere che questo derivi dal processo di scoperta della "connessione tra corpo e strumento seguita all'infortunio sconcertante che ha minacciato di mettere fine alla sua carriera," di cui si parla nelle note di copertina. Noi ci limitiamo a registrarne il risultato artistico, molto alto.
"Crystalline" si innesta in quel discorso di corrispondenze, di reciproca suggestione, che in questo caso si accende e si frantuma poi nelle linee convulse, arroventate di "Cold Water," alla maniera di Evan Parker e

Roscoe Mitchell
saxophoneb.1940
Album della settimana. ">
Track Listing
Anchor I; Boon; Crystalline; Cold Water; An Origin; Holding Breath; Anchor II.
Personnel
Additional Instrumentation
Boon: guitar (1,7).
Album information
Title: Anchors | Year Released: 2024 | Record Label: Tao Forms
Tags
Jason Stein
Album Review
Giuseppe Segala
Anchors
Tao Forms
Eric Dolphy
Michel Portal
John Surman
Vinny Golia
Marty Ehrlich
Don Byron
Steve Lacy
Keefe Jackson
Lennie Tristano
Jimmy Giuffre
Ivo Perelman
Damon Smith
Adam Shead
Marilyn Crispell
Milford Graves
Joshua Abrams
Gerald Cleaver
Boon
Roscoe Mitchell
Comments
PREVIOUS / NEXT
Support All About Jazz
