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Jazzfestival Saalfelden 2017

Una tendenza ormai consolidata riguarda l'asse sonoro prevalente, sempre più spostato dagli USA verso la Scandinavia e la Mitteleuropa. Ben cinque infatti le formazioni scandinave presenti e otto quelle che sommano austriaci e tedeschi, solo a considerare i palcoscenici principali (oltre al Main Stage della Sala Congressi e agli Short Cuts del club Nexus, le esibizioni si snodano sia in altre aree cittadine all'aperto che in paesi vicini). Banale sottolineare come il jazz sia sempre più una lingua franca, interessante invece osservare la crescita esponenziale di realtà europee per quanto diversissime tra loro.
Tra la decina di ambiti stilistici andati in scena, ha sedotto in particolare la dimensione orchestrale, che ha avuto la sua punta di diamante nella White Desert Orchestra di

Eve Risser
pianob.1982

Charlie Haden
bass, acoustic1937 - 2014

Robert Wyatt
drums
Anthony Braxton
woodwindsb.1945

Frank Zappa
guitar, electric1940 - 1993
Diverso l'approccio di un peso massimo come

Mats Gustafsson
woodwindsb.1964

Susana Santos Silva
trumpetb.1979
Gli Angles 9 di

Martin Kuchen
saxophoneOpaca invece è sembrata la musica di "Prine Zone," assemblata dall'austriaco Gerald Preinfalk per un organico di nove elementi. I musicisti di casa hanno offerto cose migliori con il nuovo gruppo di

Wolfgang Puschnig
woodwindsIl jazz più specificamente connotato era minoritario ma ha mostrato buona salute. Esiti affini per i due quartetti pianoless: da una parte Amok Amor, diretto dal batterista

Christian Lillinger
drumsb.1984

Ornette Coleman
saxophone, alto1930 - 2015
Kristoffer Berre Alberts
saxophoneWanja Slavin
saxophone
Samuel Blaser
tromboneb.1981
Trionfo di pubblico per la prima esibizione al festival del pianista Brian Marsella, in trio con

Trevor Dunn
bass
Kenny Wollesen
drums
John Zorn
saxophone, altob.1953
Jazzista eccelso anche

Steve Lehman
saxophone, alto
Matt Brewer
bassb.1983

Damion Reid
drumsMusica acustica, difficile da collocare nella Sala Congressi del festival, quella di

The Necks
band / ensemble / orchestra
Chris Abrahams
piano
Lloyd Swanton
bass, acousticTony Buck
percussionSul versante opposto, Sax Ruins, ovvero Tatsuya Yoshida (batteria) e Ryoko Ono (sax, elettronica). Qui una programmatica scrittura come stretto percorso a ostacoli determina esecuzioni affilate e implacabili, spesso sui due minuti di durata, simili una all'altra, irritanti o entusiasmanti, dipende dalla predisposizione dell'ascoltatore. Nichilismo concettuale, tracce di prog e dello Zorn anni '90 (a sua volta influenzato dalla scena giapponese dell'epoca). Yoshida è tetragono nella sua freddezza, Ryoko Ono è una sassofonista splendida, un po' costretta in questa formula ad obbedire con ordine.
L'improvvisazione radicale non è stata molto considerata a Saalfelden 2017. Nonostante ciò, il quartetto formato da

Sylvie Courvoisier
piano
Mark Feldman
violin
Evan Parker
saxophone, sopranob.1944

Ikue Mori
electronics
Briggan Krauss
saxophoneDa segnalare infine il rock dei norvegesi M?ster!, che ha indugiato su composizioni piuttosto estese, privilegiando riff grezzi, effetti sonori para-psichedelici, sequenze solistiche di sax tenore e chitarra. Non per palati fini, ma tonico ed efficace.
Foto: Matthias Heschl
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Stefano Merighi
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