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La Jazz Poetry di Jayne Cortez

Courtesy David Corio
Per la sua spiccata componente di oralità, la Jazz Poetry è probabilmente l'espressione che meglio di altre connotainsieme al jazz stessol'esperienza artistica afroamericana del '900, in quanto trait d'union fra improvvisazione e composizione scritta.
Gli esiti più felici di questo connubio tra parola scritta e musica "nera" (jazz e soul in primis) si devono a Kenneth Rexroth,

Oscar Brown Jr.
vocals1926 - 2005

Charles Mingus
bass, acoustic1922 - 1979

Gil Scott-Heron
vocals1949 - 2011

Dave Holland
bassb.1946

Cassandra Wilson
vocalsb.1955

Steve Coleman
saxophone, altob.1956

Marcus Shelby
bassNel solco di una consolidata tradizione poetica (Langston Hughes, Sterling A. Brown, James Baldwin, Amiri Baraka), aperta alle suggestioni della componente teatrale e dell'improvvisazione estemporanea, si inscrive l'opera della poetessa

Jayne Cortez
poet / spoken word
Ornette Coleman
saxophone, alto1930 - 2015
La sua poesia fa ricorso all'essenzialità colloquiale del linguaggio parlato, desunta dalle espressioni più tipiche dell'immaginario culturale afroamericano (forme linguistiche e tropi del blues, degli spirituals, "black speech," "call and response" in primis), per approfondire principalmente le tematiche sociali-razziali. Nell'evocare l'arte di

John Coltrane
saxophone1926 - 1967
La passione della poetessa statunitense per le musiche improvvisate è ben esemplificata dai seguenti versi tratti da "Jazz Fan Looks Back," che tratteggiano le gioie e i dolori, i successi e le angosce di alcuni tra i principali protagonisti del jazz:
"I crisscrossed with Monk
Wailed with Bud
Counted every star with Stitt
Sang "Don't Blame me" with Sarah
Wore a flower with Billie
Screamed in the range of Dinah
And scatted "How High the Moon" with Ella Fitzgerald.
Made my feet rebellious metronomes.
Talked bopology talk
Laughed in highpitched saxophone phrases
Became a keeper of Lester lick
As Hawk melodicized my ear of infatuated tongues
And Blakey drummed militant messages in
Soul of my applauding teeth...."
I moved in triple time with Max
Grooved with Diz
Perdidoed with Petiford
Flew home with Hamp...
Prendendo le distanze da procedimenti formali complessi, la Cortez descrive con rara concisione espressiva vividi squarci di vita vissuta: la fervida scena musicale newyorkese degli anni '30, dominata dallo stride piano, l'esistenza tragica e dolorosa di

Billie Holiday
vocals1915 - 1959

Lester Young
saxophone1909 - 1959

Bud Powell
piano1924 - 1966

Art Blakey
drums1919 - 1990

Max Roach
drums1925 - 2007
La versificazione procede qui in funzione della recitazione a ritmo di jazz (nove sono i dischi da lei incisi), per accentuarnegrazie al connubio tra il verso libero e la musica improvvisatala spiccata dimensione fonica, in bilico tra antifona ed improvvisazione, tra oralità e scrittura.
Altre liriche quali "Blues-Bop for Diz," "So What," "If the Drum Is a Woman," "Sonny's Carnival," "A Miles Davis Trumpet," rimandano a contingenze che orientarono in maniera decisiva i gusti musicali della poetessa statunitense, spingendola altresì a prendere lezioni di piano e armonia jazz: la frequentazione di

Dizzy Gillespie
trumpet1917 - 1993

Duke Ellington
piano1899 - 1974

Fats Navarro
trumpet1923 - 1950

Charlie Parker
saxophone, alto1920 - 1955

Miles Davis
trumpet1926 - 1991

Sonny Rollins
saxophoneb.1930
"Dinah's Back in Town" si appropria invece della sensibilità ritmica e timbrica del blues, per descrivere con forme espressive tipiche del jive talk ("low brow," cioè di basso profilo per la cultura "alta"), il dolore di una donna, delusa dall'amore, che diventa prostituta per ribellarsi alle convenzioni sociali e trascenderle:
"I wanna be bitchy
I said I wanna be a bitch
Cause when you nice
True love don't come
Into your life"
L'orgoglio dell'eredità culturale nera ("African Retention"), che oggi grazie soprattutto al jazz è stato ripensato in chiave positiva, pervade il clima espressivo di "Adupe" e di "Ife Night 1972," omaggi alla cultura africana di Cuba e a quella yoruba della Nigeria, per sottolineare il legame vitale che unisce tutti i discendenti americani della diaspora nera con la propria storia e la propria identità:
"1981
I didn't find Nicolas Guillen
But I Found Cuba
The Cuba in Nicols Guillen' s poetry
Poetry dedicated
To his Two selves
His Two sides
Poetry in half notes
In eight notes
In 6/8 time
Poetry moving backward and forward
Like war dances
Poetry doing the Rara
In an african vocabulary
Poetry of Nicolas Guillen...
Improvising like
The great instrument he is
In Yoruba"
In "Global Inequalities," l'impegno letterario assume i toni e le forme del pamphlet per denunciare fatti (la censura in "Roll with Me") e protestare contro le ingiustizie del mondo, ponendo gli esclusi e le classi diseredate al centro della rappresentazione.
Ricorrendo alla figura retorica dell'iterazione per meglio significare il valore concettuale dell'enunciato, la poetessa statunitense pone all'attenzione dei lettori ("They Want the Oil," "Coagulation '68") anche le contraddizioni del capitalismo e della globalizzazione, che rendono possibile lo sfruttamento dei paesi del terzo mondo:
"they want the oil
But they don't want the people
They want the oil
But they don't want the people
They want the oil
But they don't want the people
They want the oil
But they don't want the people
They want the oil
But they don't want the people
They want the oil
But they don't want the people
They want the oil
But they don't want the people...
"My friend
They don'care
If you'are individualist
A leftist a rightist
A shithead or a snake
They will try to exploit you
Absorb you confine you
Disconnect you isolate you
Or kill you"
La protesta sociale è integrata dalla denuncia dei falsi miti legati ai sogni americani trasformati spesso in incubi americani, che determinano l'alienazione metropolitana, ricca di solitudine ed emarginazione:
"I Am New York City"
I am New York City of blood
I am New York City
Never change never sleep never melt
My shoes are incognito"
Propugnando il ritorno ai valori fondamentali del vivere civile, costituiti dalla solidarietà nonché dal rispetto del prossimo e della natura ("Deadly Radiation Blues"), i suoi versi restituiscono la voce alle minoranze emarginate sul piano razziale (gli afroamericani in "Brooding 1975"), sociale (le donne vittime dello stupro in "Rape") ed economico (i "loosers," sconfitti dall'esasperato capitalismo), schiacciate altresì dall'incomunicabilità e dalle nevrosi sociali.
Come in Ragazzo Nero di R.Wright, la Cortez individua nell'azione l'unica strada per conquistare spazi sociali e diritti politici, che l'establishment si ostina a negare alle classi subalterne e alle vittime del razzismo:
"And if we don't fight
If we don't resist
If we don't organizate and unify and
Get the power to control our own lives
Then we will wear
The exaggerated look of captivity
The stylized look of submission...
And there it is"
Attraverso la frenesia della pulsazione jazz, l'opera della Cortez apre anche ampi e dolorosi flashback sul passato, per promuovere l'emancipazione da una condizione (degli afroamericani) di marginalità, come in "Give Me the Red on the Black of the Bullet":
"I want the 14 years of Claude Reece JR.
Shot on th 15th day of September
Shot in the back of his head
Shot by a police officer
Shot for being black...
I want to make power
For the blackness of Claude Reece JR.
The blackness called pent-up frustration
Called unidentified negro
Called nigger revolutionary"
Bibliografia essenziale
Pisstained Stairs and the Monkey Man's Wares, New York, Phrase Text, 1969Festivals and Funerals, New York, Phrase Text, 1971
Scarifications, New York, Bola Press, 1973
Mouth on Paper, New York, Bola Press, 1977
Firespitter, New York, Bola Press, 1982
Coagulations: New And Selected Poems, New York, Thunder's Mouth Press, 1984
Somewhere in Advance of Nowhere, New York, Serpnt's Tail, 1996
Jazz Fan Looks Back, New York, Hanging Loose Press, 2002
Discografia essenziale
Celebrations and Solitudes, Strata East, 1974Unsubmissive Blues, Bola Press, 1979
Maintain Control, Bola Press, 1986
Everywhere Drums, Bola Press, 1990
Taking the Blues Back Home, Polygram, 1996
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