Home » Articoli » Live Review » Time in Jazz 2016
Time in Jazz 2016

Sardegna, vari luoghi
8-16.08.2016
Erano diciassette i Comuni della Sardegna nord-orientale coinvolti in questa ventinovesima edizione di Time in Jazz, diretta dall'instancabile e onnipresente

Paolo Fresu
trumpetb.1961
"Occhi" era il tema di quest'anno, la cui interpretazione è riverberata in varie declinazioni non solo nei concerti, ma anche nelle manifestazioni collaterali: le mostre, il ciclo cinematografico, la gara di improvvisazione poetica in sardo e perfino nella messa celebrata dal vescovo nella chiesa parrocchiale di Berchidda. Per l'occasione il rito, dedicato a Santa Lucia, patrona del paese e protettrice della vista, è stato impreziosito e reso ancor più partecipato dai pertinenti interventi musicali del quartetto d'archi Alborada integrato dallo stesso Fresu.
L'apertura del festival, nella traversata marittima da Livorno a Golfo Aranci in collaborazione con Sardinia Ferries, è stata riservata a Petra Magoni e Ferruccio Spinetti con il loro progetto Musica Nuda. La sera seguente il duo, che dopo quattordici anni di vita non presenta segni di stanchezza, ma continua a portare un concentrato di verve e comunicativa, si è esibito a Calangianus.
Di un repertorio che più composito e strampalato non si potrebbe (da John Dowland a Gianni Morandi, da "Speak Low" a "Tuca tuca") vengono esasperate le possibilità espressive. La voce della Magoni è paragonabile a una lucertola iridescente che guizza nervosa in tutte le direzioni, sosta a crogiolarsi al sole, s'inabissa nell'ombra delle erbe per poi ricomparire dove meno te l'aspetti sorniona e trionfante. L'ironia, gli eccessi timbrici e dinamici, il timing smaliziato, i deragliamenti, le improvvise virate di registro perseguono non tanto la dissacrazione degli originali quanto il tentativo di domarli e ammaestrarli, plasmarli a qualsiasi possibile inflessione di senso e di forma. Spinetti al contrabbasso, apparentemente il polo "serio" del duo, costituisce una spalla affidabile e sicura.
Quest'anno c'era grande abbondanza di pianisti in programma e fra l'altro anche il cinema ha fatto il suo ingresso nella Piazza del Popolo di Berchidda. Nel toccante "Keep on Keepin' On," frutto di lunghi anni di ripresa e di un attento montaggio, il regista Alan Hicks sostiene una tesi, ovvero il passaggio del testimone da un ultra novantenne

Clark Terry
trumpet1920 - 2015

Justin Kauflin
pianob.1986
In un altro progetto multimediale, "Il tempo in posa," la proiezione di foto di Pino Ninfa è stata accompagnata dalla musica di

Jan Lundgren
pianob.1966
Un altro concerto di piano solo è stato ambientato di mattina nella cattedrale di Ozieri. " data-original-title="" title="">Antonio Zambrini, musicista completo, molto personale e apprezzato, ma meno esposto di quanto meriterebbe, ha confermato un singolare mondo poetico d'impronta neoromantica, circolare, a volte apparentemente inconcluso. Su un repertorio selezionato, che a propri original ha affiancato con coerenza brani poco battuti di Jarrett, Wheeler e altri, il pianismo di Zambrini è risultato di una certa complessità: la mano sinistra ha disegnato impianti armonici mutevoli, mentre la destra arpeggiava melodie ora meditabonde ora più esplicite con un senso ritmico trattenuto, a tratti claudicante.
Due i concerti riservati a

Stefano Battaglia
pianob.1965
Il pianismo di Battaglia, partito da immagini molto contrastate e spigolose, ha poi intrapreso una narrazione più concatenata e ossessiva, soffermandosi su frasi di lancinante cupezza espressionista. Solo nel bis il moto incantatorio ha preso inflessioni relativamente più serene. Il silenzio assoluto del pubblico che assiepava lo spazio ombreggiato dalla chiesa granitica di Santa Vittoria a Telti ha sottolineato la magica concentrazione della performance.
Il pomeriggio seguente a Tula Battaglia si è esibito alla testa del suo trio, attivo da dodici anni e completato dagli insostituibili
Salvatore Maiore
bass, acoustic
Roberto Dani
drumsUn'importante pianista italiana era presente in BAM, il sodalizio che compenetra le esperienze, le responsabilità e le sonorità di

Marco Bardoscia
bass, electric
Rita Marcotulli
pianoL'amplificazione giustamente "allegra" per esigenze logistiche e l'ambientazione anomala per questo gruppo (il soleggiato concerto mattutino, accarezzato dal vento, di fronte ad un pubblico pressoché "balneare" con l'isola di Tavolara sullo sfondo) hanno fatto sì che la musica perdesse la sua componente cameristica per assumere insolite risonanze e deformazioni armoniche e dinamiche. Si è così materializzata una curiosa dimensione visionaria, di un certo fascino e a tratti quasi arcana. Questo a conferma, ancora una volta, di quale peso abbiano di volta in volta le condizioni d'ascolto.
Come in molte altre edizioni non è mancato l'appuntamento attoriale. Quest'anno è stato affidato a Giuseppe Battiston, che ha selezionato e letto alcuni brani significativi tratti da "Cecità" di José Saramago: romanzo breve di evidente contenuto allegorico, in cui un'intera società che ha perso il lume della vista/ragione può sperare la salvezza solo dalle rare persone rimaste vedenti/sagge. Nell'apparizione mattutina in riva al mare presso la Torre di San Giovanni a Posada, la recitazione di Battiston è stata piana, senza enfasi inutili, alternandosi ai commenti musicali del duo Paolo Fresu-

Daniele di Bonaventura
bandoneonb.1966
Nel pomeriggio ci si è spostati allo Stagno della Peschiera di San Teodoro per assistere all'incontro, il primo in assoluto, fra di Bonaventura al bandoneon e
Gianni Coscia
b.1931Tutt'altro che inedito, anzi rodatissimo, è il sodalizio fra il fisarmonicista di Alessandria e

Gianluigi Trovesi
saxophoneNel concerto di Piazza del Popolo a Berchidda, dedicato alla memoria di Umberto Eco, hanno invece dato una prova di grande motivazione e concentrazione, offrendo una deliziosa, decantata e sofisticata deformazione di varie musiche di matrice popolare. Con un filo di voce, fra sussurri, insinuazioni e sottintesi, fra pigri addormentamenti e improvvisi risvegli, è stato affrontato l'abituale repertorio, che da original (l'immancabile e gustoso "Le giostre di Piazza Savona" di Coscia) è passato a brani di Kurt Weill, al "Pinocchio" di Fiorenzo Carpi e infine a canzoni italiane degli anni Trenta-Quaranta, forse oggetto di un futuro progetto del duo.
Le apparizioni di Paolo Fresu, previste in programma o improvvisate, sono state numerose. Al Castello Doria di Chiaramonti, una delle produzioni originali del festival ha visto l'inedito incontro fra il trombettista e

Mino Cinelu
percussionb.1957
Fresu ha inoltre preso parte ad una controversa, libera interpretazione della Norma. L'ampia e compatta formazione, risultata dalla fusione fra l'Orchestra Jazz del Mediterraneo, con base a Catania, e la sassarese Orchestra Jazz della Sardegna, ha rappresentato un concreto gemellaggio fra le due isole. La compagine era diretta da Paolo Silvestri, non nuovo a esperienze di questo tipo, responsabile della riduzione dell'opera belliniana e degli arrangiamenti. Parti lineari e cadenzate si sono alternate ad altre armonicamente audaci o a sezioni toniche, che hanno restituito la natura melodrammatica dell'originale operistico.
A mio parere ne è risultata una versione pienamente jazzistica, fortemente stagliata, tutt'altro che accademica, ricca anche di pregevoli spunti solistici da parte di alcuni membri della formazione. Incastonati nel tessuto orchestrale hanno avuto un grande rilievo gli interventi di Fresu, la cui voce rotonda e inconfondibile in alcuni passaggi sembrava rivestire il ruolo che

Miles Davis
trumpet1926 - 1991

Gil Evans
composer / conductor1912 - 1988
Se la presenza italiana è stata prevalente e qualificata, a Time in Jazz 2016 non sono mancati i protagonisti stranieri di alto rilievo:

Charles Lloyd
saxophoneb.1938

Michel Portal
clarinet, bassb.1935
Sorprendente si è rivelato il primo brano proposto dal quartetto del sassofonista americano, in cui sembrava rivivere il clima degli anni Sessanta: un semplice tema d'impronta coltraniana su un ritmo sostenuto è stato caratterizzato da un sound coriaceo, da accelerazioni e decelerazioni, da una comunicativa diretta, da un'infervorata improvvisazione collettiva. Davvero un incipit al di là delle aspettative. Poi il concerto è continuato percorrendo situazioni più collaudate, se si vuole più attuali e smaliziate, ma di minor peso specifico. Fra i partner di Lloyd, più del contrabbassista

Harish Raghavan
bass
Eric Harland
drumsb.1976

Jason Moran
pianob.1975
La tensione è tornata a crescere quando nel tonico bis è salito sul palco Paolo Fresu, inserendosi deciso, perfettamente a suo agio con quella sezione ritmica.
Il concerto del nuovo trio di Michel Portal, costruito su un repertorio più o meno recente, dalle geometrie meno taglienti che in altre occasioni, ha percorso anche situazioni relativamente riflessive o allucinate a fianco di temi giocosi. Soprattutto, il leader ha affidato la responsabilità di un'autonoma inventiva ai due bravi partner.

Lionel Loueke
guitarb.1973

Jeff Ballard
drumsb.1963
La proposta più attuale e sperimentale è venuta dal duo formato dal tastierista norvegese

Bugge Wesseltoft
pianob.1964
Rimangono da segnalare alcune presenze di evidente impronta etnica. Abbastanza singolare la rilettura trasversale, fra lo scanzonato e il sofisticato, di un immaginario pop-folk (ma interpretando anche famosi standard jazz) da parte del giovane quartetto israeliano pilotato dalla cantante Irit Dekel e dal polistrumentista Eldad Zitrin.
Per le festività di Ferragosto gli occhi del festival si sono rivolti verso l'Africa. Dal deserto nord-occidentale è venuta la musica tuareg, fortemente contaminata, ripetitiva e motoria del cantante e chitarrista Bombino a capo del suo quartetto. Dal Mali è invece atterrata a Berchidda il duo Amadou & Mariam, la cui world music, in questo caso orientata soprattutto verso il blues, è risultata altrettanto compromessa con le musiche di consumo dell'Occidente, a loro volta derivate in parte dalla matrice africana.
I momenti culminanti, sotto il profilo della comunione di esperienze, intenti e pronunce, si sono riscontrati la mattina di Ferragosto presso la chiesetta campestre di Santa Caterina, e ancor più nella serata conclusiva in Piazza del Popolo, quando al canto, alle percussioni e alle chitarre degli africani Bombino, Amadou e Mariam si è aggiunta la tromba di Fresu, suscitando un'entusiastica partecipazione collettiva. Un arrivederci pieno di buoni propositi all'edizione del trentennale.
Foto
Maria Gabriella Sartini.
Tags
Paolo Fresu
Live Reviews
Libero Farnè
Italy
Clark Terry
Justin Kauflin
Jan Lundgren
Antonio Zambrini
Stefano Battaglia
Salvatore Maiore
Roberto Dani
Marco Bardoscia
Rita Marcotulli
Daniele di Bonaventura
Gianni Coscia
Gianluigi Trovesi
Mino Cinelu
Miles Davis
Gil Evans
charles lloyd
Michel Portal
Harish Raghavan
Eric Harland
jason moran
Lionel Loueke
Jeff Ballard
Bugge Wesseltoft
Comments
PREVIOUS / NEXT
Paolo Fresu Concerts
Nov
2
Sun

Mare Nostrum
Teatro LiricoMilano, Italy
Support All About Jazz
